No Sex In The City (e ne sono felice)

Vetrina del negozio Patricia Field a Manhattan, New York
Qualche serata dopo il mio ritorno da New York ero su Skype a raccontare ad un’amica la mia vacanza. Puntuale come un orologio svizzero mi arrivò la domanda della mia amica: “Avventure?”. Risposi onestamente: “No”.

La sera dopo mi arrivò l’sms di un’altra amica che diceva di aver visto le foto su Facebook e che erano bellissime, poi aggiungeva “Come sono gli uomini newyorkesi?”. Risposi onestamente: “Non lo so, ero sola”.

Il bello di avere 34 anni suonati passati quasi tutti in singletudine è che alla mia veneranda età ho ormai collezionato un numero tale di avventure per cui non mi interessa più cercarle. E questo, quando si e’ in viaggio, e’ un grandissimo sollievo. Lontani sono per me i tempi in cui si tornava dalla vacanza con quella fastidiosa sensazione di sconfitta per non essere riuscite a “cuccare”. Che poi a me non fregava niente, ho sempre odiato “l’andare a caccia”, ma tutte le amiche ti chiedevano dei tipi, e tu ti sentivi una sfigata a non avere niente da raccontare. Non ne ho alcuna nostalgia, perchè sul serio questa continua tensione per il raggiungimento dell’obiettivo (a seconda dell’età: sguardo, bacio o scopata) è un dispendio inutile di energie. Già all’epoca dei vent’anni queste preoccupazioni mi davano noia, ma ero giovane e timida e mi conformavo senza protestare all’andazzo generale.

A differenza di quel che forse qualcuno potrebbe pensare, iniziare a viaggiare da sola ha aumentato il mio disinteresse per le avventure da vacanza. Il che non vuol dire che non ce ne siano state, eh. Sarei ipocrita a dire di no. Peraltro vi ho già parlato del mio episodio di sesso da vacanza a Istanbul, per cui non è che adesso posso mettermi a fare la santarellina. Ma vale quel che ho detto prima: non me le vado più a cercare.

I vantaggi dell’infischiarsene sono notevoli. Primo, non si vive più il tempo in viaggio con quella sgradevole sensazione di non avere fatto i compiti per le vacanze. Secondo, senza trucchi e cambi di scarpe il bagaglio e’mooooooolto piu’ leggero (7 kg, SETTE, per dieci giorni negli States). Terzo, si ha molto più tempo per camminare, esplorare, oziare…insomma, godersi la vita.

Le amiche continuano imperterrite a chiedermi degli uomini che incontro in vacanza, e non c’è verso di fargli capire che a farmi battere il cuore più che un paio di addominali scolpiti sono più spesso un tramonto, un tempio, un talismano, un sentiero in mezzo ai campi, uno scoiattolo o una volpe in un parco cittadino, i colori sgargianti di un graffito, un ponte, un vecchietto, una vecchina, una bambina.

Ti è piaciuto quest'articolo? Condividilo! Facebooktwitter

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.