18 anni in volo

Riflessioni sparse su come è cambiata la mia vita e il mondo da quando ho preso l’aereo per la prima volta.

Ho preso l’aereo per la mia prima volta in vita mia a 18 anni. Ora ne ho 36. Posso quindi dividere esattamente la mia vita in due parti: con voli e senza voli. È impressionante guardarsi indietro e vedere quanto è cambiato in quest’arco di tempo. In meno di vent’anni viaggiare in aereo da esperienza di lusso è diventato un qualcosa di normale, alla portata di chiunque abbia uno stipendio medio/basso.

Mi fa riflettere pensare che per metà della mia vita l’aereo non solo non ne faceva parte, ma non veniva nemmeno considerato come qualcosa che potesse entrare a farne parte. Il costo dei voli era proibitivo per una famiglia operaia. Londra sembrava una meta lontanissima, e forse questo ha contribuito a renderla così affascinante ai miei occhi. Tuttavia sembrava raggiungibile, con molti sforzi e sacrifici sarei un giorno riuscita ad andarci. Paesi come il Giappone e il Vietnam invece li consideravo irraggiungibili, li sognavo convinta che sarebbero rimasti sempre e solo dei sogni. Nella mia testa non c’era differenza tra andare in Vietnam e andare sulla Luna: entrambe le mete erano al di fuori delle mie possibilità.

Nella seconda parte della mia vita tutto è cambiato. L’aereo non solo è entrato a farne parte, ma – nel bene e nel male – ne è una componente essenziale, un qualcosa con cui mi trovo a dover continuamente fare i conti. Vivendo all’estero, l’aereo non è soltanto il mezzo per andare in vacanza ma mi è anche necessario per vedere la mia famiglia e i miei amici e talvolta anche per sbrigare pratiche burocratiche.

Nell’anno in cui ho preso il mio primo aereo ho volato tre volte: la prima per una gita scolastica a Londra, la seconda per la mia prima vacanza con le amiche (a Mallorca) e la terza per andare a fare la ragazza alla pari a Londra. Era il 1997. Dopo un anno di pausa sono tornata sporadicamente a volare: Grecia, Tunisia, Canarie. Ogni volta sembrava un’avventura di dimensioni epiche. Erano tutti voli charter di pacchetti vacanze o i primi acquisti online su Lastminutetour.com. Ci portavano e ci venivano a prendere all’aeroporto i genitori. RyanAir per me è arrivata nel 2006 con il progetto Leonardo in Irlanda. Tornata in Italia e non riuscendo più a riadattarmi allo stile di vita italiano, ho prenotato un volo per un weekend a Bruxelles. Era la mia seconda esperienza RyanAir e la prima pagata di tasca mia: 30 euro andata e ritorno. La terza sarebbe arrivata di lì a poco, con la mia prima vacanza a Dublino, a cui sarebbe seguito un weekend qualche mese più tardi. Il 2008 fu l’anno dello storico volo di sola andata, e posso proprio dire che con quello sono decollata. Da lì in poi non ci sono state più pause e il numero dei voli presi in un anno è sempre stato superiore a tre. Prendere un aereo è diventato routinario come prendere l’autobus per tornare a casa. E non solo è aumentata la frequenza dei voli, ma pure la durata: ai voli europei si sono aggiunti gli intercontinentali. Ora anche i voli intercontinentali sono diventati una prassi annuale. Non c’è punto della Terra che penso di non poter raggiungere. Un pensiero che ormai è nella testa di tutti.

aereo in volo

Non posso fare a meno di pensare che c’è una generazione, anche più ormai, di giovani che hanno sempre considerato normale (leggi: economicamente accessibile) viaggiare in aereo. E vi dirò qualcosa che vi potrebbe sembrare contrario alla natura di questo blog: non li invidio per niente.

Inutile dire che per me il volo aereo ha perso molto del suo fascino, tant’è vero che pur di evitare un volo quest’anno sono tornata da Londra in traghetto. L’idea di prendere un aereo non è più qualcosa di emozionante, qualcosa da farfalle nello stomaco, ma -lasciatemelo dire in tutta sincerità – una gran rottura di coglioni. Gli aeroporti con il loro corollario di controlli di sicurezza e lunghe attese mi stressano. La gente ignorante e maleducata che riempie i voli mi fa venire l’orticaria. Provo ancora, è vero, un secondo di febbrile eccitazione nel momento esatto in cui l’aereo si stacca da terra. Mi chiedo: può essere lo stesso per chi ha sempre vissuto pensando di poter prendere un aereo ogni volta che ne ha il desiderio? Per chi pensa che prendere un aereo sia un’attività banale quanto prendere un autobus?

Forse pecco di presunzione o forse ho già raggiunto il livello di vecchiaia “ai miei tempi si stava meglio”, fatto sta che credo che le generazioni che sono venute dopo di me abbiano perso il gusto del viaggio in aereo. Essendo alla portata di tutti, non è più qualcosa di valore. Non è più un sogno, e non esiste quindi più la gioia del sogno realizzato, quella immensa sensazione di essere riusciti a fare nella propria vita qualcosa di grandioso.

La tristezza è che pure io ho perso il gusto del viaggio in aereo. Io che avevo il mito del volo, inculcatomi da mio padre a forza di domeniche all’aeroporto di Venezia a vedere gli aerei decollare e di visite al Museo dell’Aria. Per me l’aereo era qualcosa di nobile, di classe, raffinato, qualcosa per persone elevate: non nel portafoglio, ma nell’intelletto e nella cultura. Oggi prendere l’aereo non vuol dire necessariamente viaggiare. E ogni volta che prendo un aereo mi sento pessimista sul futuro di questo pianeta. Il volo è diventato di grezzo, ignorante, volgare. Il mondo ha intrapreso senza via di ritorno la strada del consuma e butta via, del mordi e fuggi, fast food, turismo scatta e scappa. E’ solo questione di tempo, ma questo mondo è già fottuto.

Ho tanta voglia di viaggiare in treno, ma vivo su un’isola. E forse è bene così perchè almeno mi resta il mito del viaggio in treno.

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Comments

  1. Ivan says:

    Penso che le tue parole siano un po troppo arroganti, senza offese naturalmente…
    E ovvio e scontato dire che l’ aereo sia diventato un mezzo di trasporto di routine ed è meglio che sia così…grazie al cielo oggi chiunque può permettersi un viaggio, sia per lavoro che per semplice vacanza, grazie alle agenzie low cost e ai costi sempre più concorrenziali delle compagnie di volo…anche io come te, volo continuamente e non mi sono mai stancato di farlo, ma al contrario tuo, ogni volta è sempre un emozione.
    Per quanto riguarda la questione dello stress dei controlli, penso che sia meglio così, anzi sono del parere che probabilmente questa prassi dovrebbe essere ancora più rigida, dato che sempre più persone oggi, utilizzano l’ aereo come mezzo “pendolare”…non dimentichiamoci che la sicurezza è innanzitutto una priorità e non un capriccio inventato dalle compagnie…vedi la storia dell’ aviazione commerciale e di tanti casi di sabotaggi, dirottamenti e incidenti causati da “malintenzionati” saliti a bordo con facilità e disinvoltura.
    A leggere ciò che hai scritto mi sembra di intravvedere una persona, permettimi il termine, un po “viziata”…come a pensare che ” fosse un bene che all’ epoca dei tuoi primi voli non tutti potessero permettersi un viaggio in aereo”.
    Poi, per cortesia… non parliamo di volgarità o maleducazione…tutto dipende da quale compagnia di volo scegli, ovvio…
    E’ noto che molte compagnie offrono dei servizi non proprio di lusso, ma cosa pretendi da un volo di un ora per spostarti di 1000 chilometri spendendo 20 euro ?…
    Perche non provi a viaggiare con la Emirates o con l’ Airfrance e vedere che popò di servizio ti offrono?
    Ma quanto dovrai spendere ?
    Per chiudere in bellezza con quello che hai dichiarato…Spero tu scherzi quando affermi che è meglio un traghetto che un volo.. te lo posso garantire, meglio un volo…prova tu a farti una traversata in mare con un forza 8 e restare per oltre 16 ore bloccata al largo del porto di Genova per l’ impossibilità di attraccare al molo, date le condizioni meteo avverse…oppure di prendere un regionale da Milano a Roma con tutti gli annessi & connessi di stress di ore e ore…coincidenze, Autobus strapieni e compagnia cantando…senza dimenticare che i costi di un viaggio in treno, a parità di distanza , spesso sono molto maggiori dell’ equivalente in volo !
    Non ci penso proprio a preferire altri mezzi alla comodità/rapidità/sicurezza dell’ aereo che, in ogni caso è, resta, e sarà ancora il mezzo più efficente e nobile per spostarsi.
    Ti dirò di più… non è un caso che neli ultimi anni i cieli si siano “sovraffollati” mentre le compagnie ferroviarie facciano difficoltà ad arrancare già solo le spese di manutenzione dei treni e delle stazioni, come in egual modo divengono sempre più frequenti le compagnie di crociera di lusso a discapito di piccole compagnie di trasporto…ad esempio: un biglietto di sola andata Tirrenia ,Porto Torres Genova, una persona, passaggio ponte ( scomodità assoluta) ti costa non meno di 50 euro…ti basta pensare che Ryanair per portarti da Alghero a Milano ti fa spendere più o meno 20, al massimo 30 euro…vedi un po tu.
    Spero e mi auguro che il volo rimanga sempre al top tra tutti i mezzi di trasporto e per chi come me, ha avuto l’ onore di poter viaggiare con aerei mitici come l’ MD 11, l’ MD 80 e il Boeing 727.
    Cordiali Saluti è Buon viaggio!

    1. Ivan says:

      P.s. l’ aereo che hai postato in copertina è un Airbus 320, uno dei jet più automatizzati al mondo…ho fato diverse tratte con questo modello anche se preferisco 1000 volte il suo diretto concorrente il Boeing 737-800, più stabile e silenzioso.

    2. laragazzaconlavaligia says:

      ciao Ivan,
      grazie per il tuo commento, è sempre interessante per un blogger quando un post suscita reazioni, e ancor più lo è per me che certamente non sono una blogstar e che quindi non ricevo valanghe di commenti. Però credo che tu debba rileggerti l’articolo perchè ci sono un paio di cose che secondo me non hai compreso. Forse colpa mia, le ho spiegate male.

      Per cominciare, forse non ho sottolineato sufficientemente che questo articolo non è un saggio sociologico che descrive la realtà moderna ma solo l’espressione di un punto di vista totalmente soggettivo: parlo del volo come l’ho vissuto e lo vivo io. Trovo positivo il fatto che ora sia alla portata di tutti, altrimenti viaggiare sarebbe un lusso riservato ai ricchi, ma penso non si possa negare il fatto che le mie generazioni e quelle precedenti, quelle che non davano il viaggiare in aereo per scontato, abbiano dato un valore diverso al volare rispetto a chi è nato in un contesto in cui questa era già diventata un’attività “banale”.

      Non mi sono mai ribellata ai controlli di sicurezza, li considero necessari e come tali li accetto, ciononostante dopo anni di tanti voli presi non ho problemi a confessare pubblicamente che li considero una (necessaria) rottura di coglioni. Se posso, evito l’aereo così mi evito i controlli di sicurezza. Scelta personale, naturalmente.

      In quanto a maleducazione non cambia niente se voli con Emirates o Ryanair, perchè la maleducazione l’ho trovata sempre nei passeggeri e mai nello staff (a parte forse l’occasionale lavoratore che ne ha le balle piene e risponde non proprio in maniera professionale, ma è stata una rara eccezione). Ho volato con entrambe, e anche con tante altre compagnie, low cost e nazionali: i cafoni non dipendono dalla nazionalità o dal portafoglio.

      Saluti e buon volo! :)

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