Del perchè viaggio da sola – 3

Il quarto motivo per cui viaggio da sola è, dicevo, il gusto per l’imprevisto. La mattina quando esco dall’ostello ho sempre in mente un programma per la giornata, ma questo è solo un punto di partenza. Lo seguo fino a quando il caso mi propone delle più valide alternative. Sapere cogliere le opportunità che le circostanze del momento mettono a disposizione è, secondo me, ciò che distingue un viaggiatore da un turista. I più bei ricordi di viaggio, le emozioni più forti, le scoperte più esaltanti quasi sempre si devono all’aver seguito un istinto, all’aver saputo intraprendere una strada che non era segnata nell’itinerario di bordo. è un andare declinato solo ed esclusivamente al presente, qui e ora, e probabilmente mai più.

Ma, naturalmente, lasciarsi andare e assecondare gli eventi, seguendoli laddove ti vogliono portare, ha dei risvolti imprevedibili. L’itinerario previsto si può allungare di chilometri, perchè si è deciso di andare a vedere cosa c’è oltre una collina, o si è scoperto un piccolo tempio che si desidera visitare, o ci impunta a voler percorrere tutte le viuzze di un quartiere antico, o si cammina e basta, svoltando a destra quando si ha voglia di svoltare a destra e a sinistra quando si ha voglia di svoltare a sinistra fino a quando non si sa più dove ci si trova. Perdersi non è forse la cosa più bella che può capitare in un viaggio? Al contrario, un itinerario si può accorciare di ore e si finisce per vedere meno di un quarto di quel che ci si era prefissato, perchè si è preferito stare a parlare con un vecchietto o starsene seduti ad ammirare un tramonto o ad ascoltare il mare.

Purtroppo “imprevisto” non è una parola molto amata dagli italiani. è pur vero che l’imprevisto può comportare delle scomodità (camminare per ore, saltare un pasto, non trovare un bagno, trovarsi in cima a un monte col sole a picco senza avere con sè una crema solare, …), ed è quindi necessario un certo spirito di adattamento. E può diventare difficile e scomodo chiedere ad altre persone di sopportare tali scomodità se non c’è una comunanza di interessi o di intenti. Per dire, io al quartiere Akihabara di Tokyo ci ho perso mezzo pomeriggio facendomi tutti i piani di tutti i negozi di anime e manga che ho trovato (e sono uno di fianco all’altro, e sono almeno otto piani ciascuno), ma la ragazza inglese che mi ha accompagnata non aveva alcun interesse per Shinji Ikari & co, e nonostante lei mi abbia seguita per ore ovunque volessi andare senza alcun lamento (sì, decisamente non era italiana) a un certo punto non me la sono più sentita di imporle un’ulteriore dose di noia e le ho proposto di spostarci a Ueno. Fossi stata da sola, avrei trascorso l’intera giornata ad Akihabara.

Altro esempio, io ho una mia personale regola che consiste nel visitare in ogni viaggio almeno un cimitero. A volte è facile, perchè alcuni cimiteri sono così famosi da venire segnalati sulle guide turistiche, ma altre volte bisogna avere la fortuna o la determinazione di scoprirli. E se avessi a fianco a me una persona che non ha alcun interesse per il turismo cimiteriale come potrei chiederle di perdere una o più ore a cercare tombe? Ognuno vuole indulgere in piaceri diversi. Per me la tranquillità dei cimiteri è uno di questi, ma per quante altre persone?

C’è un quinto motivo per cui viaggio da sola, molto meno nobile. Viaggiando da soli non si rischia di dover passare una serata, o giornate, a reggere il moccolo all’amica che vuole farsi il galletto da spiaggia di turno. O viceversa non si deve dire addio all’affascinante farabutto newyorkese di turno perchè le amiche non si fidano ad andare nei locali che lui propone. Di entrambe le situazioni ho ancora atroci ricordi, di quelli da incubi notturni e ulcere diurne.

Insomma dopo i primi viaggi in solitaria, durante i quali, per farla breve, ho fatto il cazzo che mi pareva, non sono più riuscita a rinunciare alla libertà totale che questi mi hanno fatto provare. Per anni non ho sentito la necessità di viaggiare in compagnia, e non ho fatto mistero della mia predilezione per il fai-da-me, tant’è che le amiche hanno smesso da tempo di chiedermi se vado in vacanza con loro.

E adesso? A 33 anni suonati mi sta ancora bene viaggiare da sola? Continuate a leggermi e lo saprete.

(fine)

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