Essere una travel blogger è davvero entusiasmante, ricevo continuamente straordinarie offerte a me riservate, pranzi gratis, possibilità esclusive di visitare luoghi off the beaten track con una guida personale e non parliamo poi delle notti in hotel!
Si è capito che son sarcastica, vero? Sì? Ok.
La verità è ben altra. Come sapete, non sono e non mi interessa diventare una blogstar: mi guadagno da vivere facendo altro (se siete curiosi di sapere cosa faccio leggete qui) e il blog per me è sempre stato e rimane una passione.
In un qualche modo per le strane vie del web questo blog si è fatto un suo seguito ed ha attirato l’attenzione di agenzie di web marketing ed enti del turismo. Ho ricevuto tantissime proposte di collaborazione ma finora le ho tutte rifiutate e sapete perché? Perché erano ridicole.
Oggi mi va di togliermi un sassolino dalla scarpa: vi elenco le proposte più assurde che mi han fatto i grandi geni del marketing. Non faccio nomi e cognomi perché non mi interessa sputtanare nessuno, anche se se lo meriterebbero per il tempo che mi fanno perdere. Tempo, ricordiamo, che io rubo al mio lavoro, quello con cui mi pago le bollette.
NOTA: la foto non mi ritrae, ma esprime efficacemente il mio stato d’animo quando ricevevo le proposte di web agencies ed enti del turismo.
Proposta assurda 1: ti facciamo lo sconto perché ti compri gli sconti
Un ente del turismo mi manda una straordinaria offerta riservata ai travel blogger: ben due euro di sconto per acquistare cosa? Una carta turistica per avere diritto ad uno sconto sui biglietti d’ingresso delle principali attrazioni turistiche della loro regione.
Allora, già io di mio sono refrattaria a queste carte turistiche: più volte ho pensato di acquistarle ma facendomi bene i conti mi sono accorta che senza la carta avrei risparmiato. Queste carte sono adatte al turista mordi e fuggi che macina una gran quantità di attrazioni a pagamento in uno o due giorni: non è il mio modo di viaggiare.
Ma a questa ci avevo fatto un pensierino: la regione in questione è una delle mie preferite in Italia (mò non posso dirvi quale) e molte delle attrazioni incluse nella carta mi ero sconosciute e mi avevano incuriosita.
Senonché poi mi sono fatta i conti: la carta con lo sconto mi costava 15 euro, ai quali andavano aggiunti tutti gli ingressi non gratuiti, le spese di trasporto, quelle di alloggio, mangiare… poi naturalmente una volta a casa avrei dovuto scrivere degli articoli su questa convenientissima carta, corredati da foto di qualità perché sennò non li legge nessuno, e poi ovviamente darci giù di promozione selvaggia sui social media.
E per tutto questo quanto mi dava l’ente del turismo? DUE EURO. Sapete cosa vi dico? Mavvaffanculo.
Proposta assurda 2: ti paghiamo un pranzo che ti costa meno di quanto ti costa venire da noi
Una piattaforma per trasferimenti aeroportuali a basso costo mi invita a un workshop di presentazione dei loro prodotti seguito da un pranzo informale in una birreria.
La cosa in sé magari si potrebbe anche fare, se la birreria in questione fosse non dico nel comune di residenza ma almeno nella stessa provincia… o in quella confinante. La birreria in questione era a 430 chilometri da casa mia.
Andando in autobus, il mezzo più economico che mi viene in mente, avrei speso sui 60 euro, senza contare che tra andare e tornare avrei perso due giornate di lavoro.
Ora, seriamente pensate che una persona spenda 60 euro e perda due giornate di lavoro per venire a un pranzo informale? Informale eh, mica un pranzo con chef Michelin.
Anche voi vi meritate un bel Mavvaffanculo.
Proposta assurda 3: tour a piedi di un’ora e mezza, con 7 di viaggio per arrivare
Tra tutte le proposte assurde, devo dire che questa mi piaceva molto senonché per gli stessi motivi della 2 era impraticabile.
Un’associazione di guide turistiche mi invita a un tour a piedi della loro città, alla scoperta degli angoli nascosti e delle bellezze poco note. Durata del tour: un’ora e mezza. Distanza della città in questione da Perugia, dove vivo ora: 480 km.
Con tutto l’interesse, la cifra totale che avrei dovuto spendere per partecipare a un evento della durata di un’ora e mezza mi ha fatto desistere. Stavolta niente vaffanculo ma un sincero “mi spiace”.
Proposta assurda 4: hotel gratis non si sa come, non si sa quando
Il proprietario di una struttura alberghiera mi contatta offrendomi ospitalità gratis in cambio di un articolo. Mi dice solo così “ti offro alloggio in cambio di un articolo”. La struttura è molto bella e sono tentata, però mi girano un po’ le scatole che non mi sia stata data alcuna informazione precisa: sei tu che ti rivolgi a me e non il contrario quindi sei tu che mi devi facilitare le cose, non dovrei essere io a chiederti informazioni basilari.
La proposta è per una notte o più? In quale periodo? Comprende colazione? C’è un rimborso spese per il viaggio? Posso venire da sola o con un’altra persona?
La struttura in questione non si trova a oltre 400 km da casa mia, qui ci riduciamo a circa 200, ma essendo in una zona rurale non è raggiungibile con i mezzi pubblici. Questo per me è un problema perché io l’auto propria non ce l’ho, ma una soluzione si può trovare (banalmente, per una volta me la faccio prestare dal mio ragazzo). Se ne vale la pena.
Io ancora non ho deciso 100% ma mi sa che non ne vale la pena. L’auto richiede carburante, che va pagato, e il tempo che passo ad andare e tornare sono ore che non lavoro. Bella la tua struttura, ma ‘sta vacanzina di un giorno richiede uno sbattimento superiore a quel che tu mi offri.
Proposta assurda 5: mi scuso e poi non mi faccio viva
Un giorno ricevo la mail dall’ufficio stampa di un noto, notissimo editore italiano che mi invita alla presentazione di un libro di viaggio che si sarebbe tenuta a Milano (soliti 400 e passa Km di distanza da casa mia).
Quel giorno c’avevo la luna storta e invece di cestinare la mail rispondo alla malcapitata addetta stampa, dicendole che è tanto una bella iniziativa ma mi costerebbe sugli 80 euro di treno ed è un po’ troppo per andare alla presentazione di un libro, che son certa essere interessantissimo.
“La poverina”, che in seguito diventerà “la stronza”, mi chiede se potessi pensarci in caso fosse disponibile un rimborso per le spese. Dico di sì, onestamente decisa ad andare se mi rimborsano (ricordiamo sempre che tra andare e tornare perdo una giornata di lavoro).
Ovviamente non si fa più sentire.
Due giorni prima dell’evento mi arriva la mail-reminder inviata uguale a chissà quanta gente in tutta Italia. Cancello senza perder tempo a ribattere.
Sì alle proposte interessanti, no alle proposte assurde
Molte di queste proposte mi ricordano le agenzie di recruiting che mandano i candidati a qualunque colloquio, anche quelli per cui non hanno nessuna qualifica, sperando che magari per una botta di culo vengano assunti.
Cari enti del turismo, proprietari di hotel, associazioni: nel marketing turistico non vale il principio “più cartoline spedisci, più probabilità hai di vincere”. Dovete puntare al vostro target di riferimento, offrire qualcosa di interessante, che abbia un valore.
Questo anche per i travel blogger a cui chiedete visibilità e promozione: se quel che mi offrite costa decisamente meno di quel che devo spendere per arrivare da voi e mi comporta pure del tempo da spendere in un hobby a scapito del mio lavoro (perché naturalmente voi in cambio delle grandi offerte che mi fate volete articoli, foto, video e post sui social), beh… grazie tante, ma non sono mona.
parentesi: se non sapete cosa vuol dire “mona” fatevi una vacanza in Veneto. Magari prima di partire contattate l’ente del turismo della regione Veneto, potrebbero farvi un bel sconticino di due euro sull’abbonamento per 10 caffè al bar da Toni.
Se invece mi fate una proposta seria che abbia vantaggi non solo per voi ma anche per me, qualcosa che mi possa interessare e che sia per me economicamente sostenibile (cioè non devo avere spese oppure devono essere limitate a qualcosa di ragionevole), allora sarò felicissima di collaborare con voi. I miei contatti li trovate qui.
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hai del gran potenziale, certo ora siete in tanti, ma c’è ancora spazio per diventare la ferragni dei viaggi, a mio avviso molto più che operare nel mondo brassicolo, soprattutto senza appartenere alla stampa enogastronomica (che nel ns paese è considerata di serie b a voler esser ottimisti)
ah ah ah …. ti ringrazio ma non credo che potrò mai diventare la Ferragni, ho un carattere troppo riservato! :) E in tutta onestà come ho sempre dichiarato non mi interessa diventare famosa, mi interessa dare informazioni utili.
Ho scelto consapevolmente di NON diventare travel blogger professionista perché quella scelta comporterebbe accettare delle condizioni che non mi stanno bene, compresa quella di star dietro alle proposte assurde di chi vuol fare promozione turistica alla maniera di Boris (detta anche la tecnica del “cazzo di cane”)
Metti bello grande l’indirizzo di casa tua, anzi, usalo proprio come nome del blog, e specifica che vuoi essere contattata solo da quelli del tuo quartiere così non perderai tempo a lamentarti che come blogger di un blog di viaggi ti arrivano proposte che ti costringono a viaggiare.
ci penserò su, magari quelli del mio quartiere organizzano delle belle iniziative a differenza di chi mi ha contattata finora.