Come si fa a vedere Venezia con gli occhi dei veneziani? Si può provare con un originale tour di Venezia ispirato a Da qualche parte starò fermo ad aspettare te, il romanzo di Lorenza Stroppa che ha per protagonisti due veneziani: Giulia, pittrice, e Diego, editor di una casa editrice.
Più che un tour quel che vi propongo è un gioco, perché non vi darò un percorso da seguire ma solo otto spunti per creare un’esperienza veneziana unica. Questi spunti corrispondono a otto luoghi citati nel libro e che vi suggerisco di andare a vedere.
Cosa accade in questi luoghi? I personaggi si incontrano, si lasciano, litigano, ricordano… o che altro? Non ve lo dico per non rovinare la sorpresa! Questo gioco non è divertente da fare se non leggete il libro.
La guida: uno splendido romanzo ambientato a Venezia
Perché farsi guidare tra le calli di Venezia da Da qualche parte starò fermo ad aspettare te? Di opere ambientate a Venezia che si possono usare come spunti per conoscere la città chissà quante ce ne sono.
Io vi propongo il romanzo di Lorenza Stroppa perché è un libro a cui sono molto affezionata e che è riuscito a trasportarmi magicamente a Venezia in un periodo per me difficile, in cui la voglia di evasione era tanta. Gli spostamenti fisici erano (lo sono ancora alla data in cui scrivo) vietati, ma grazie a questo romanzo io mi sento sentita portare lontano, nella città lagunare… nella città più bella al mondo.
Diego non è un tipo da traguardi convenzionali, non cerca certezze, tantomeno relazioni stabili. Vicino ai quarant’anni, vive insieme alla gatta Mercedes in una mansarda vista laguna a Venezia e colleziona avventure senza troppi pensieri. La sua grande passione da sempre sono i libri e le parole, e ne ha anche fatto una professione: lavora come editor in una casa editrice. Per questo quando un giorno, mentre sta facendo la spesa al supermercato, trova per terra un’agenda, non può che rimanere colpito da ciò che vi è scritto. L’agenda appartiene a una certa Giulia Moro, che vi ha appuntato una singolare to do list, una lista di cose da fare che a un certo punto si interrompe misteriosamente.
Incuriosito, Diego si mette sulle tracce di Giulia, pittrice di talento ma tormentata da un dolore che le impedisce di utilizzare il rosso – il colore del sangue, del fuoco, del cuore – nei suoi quadri. Diego si fa trovare, apparentemente per caso, nei luoghi indicati nell’agenda di Giulia: quando i due si parlano per la prima volta, tra loro scatta un’immediata attrazione. Ma Diego pensa di essere troppo inaffidabile per riuscire ad amare, e per Giulia l’amore non rientra affatto nella sua to do list…
Con una scrittura delicata e sapiente, Lorenza Stroppa, qui al suo esordio con Mondadori, attraverso le voci alternate dei due personaggi ci conduce nei vicoli e nelle strade fatte d’acqua di una Venezia intrigante e luminosa, lontanissima dai cliché turistici, e delinea una mappa non solo geografica ma sentimentale: riusciranno parole e colori a trovare il linguaggio dell’amore?
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Un insolito gioco-tour di Venezia
Come funziona il gioco-tour di Venezia ispirato a Da qualche parte starò fermo ad aspettare te ?
Le strategie di gioco sono tre:
- Leggere il libro prima di andare a Venezia. Obiettivo: rivivere le emozioni provate durante la lettura vedendo dal vivo i luoghi della storia.
- Leggere il libro al ritorno da Venezia. Obiettivo: far tesoro dei vostri ricordi di viaggio per visualizzare i luoghi della storia.
- Leggere il libro prima e dopo il viaggio a Venezia. Obiettivo: raddoppiare il divertimento!
Scegliete voi se usare il libro per farvi apprezzare di più Venezia o se usare Venezia per farvi apprezzare di più il libro o se volete amplificare sia le emozioni della lettura sia quelle del viaggio :)
La regola di gioco fondamentale è:
Non considerate questi otto luoghi come attrazioni da spuntare dalla vostra lista di cose da non perdere assolutamente a Venezia. Immaginateli come dei punti cardinali che vi indicano la via da seguire in un territorio a voi completamente sconosciuto.
Fatevi intrigare da queste suggestioni per scoprire una Venezia diversa da quella immortalata nelle cartoline e nei cataloghi dei tour operator.
Come usare gli otto indizi
Da qui in poi anziché spunti chiamerò indizi gli otto luoghi che vi propongo per il gioco-tour e quando avrete letto il romanzo capirete perché.
Li ho elencati in un ordine casuale che non corrisponde né all’ordine cronologico in cui vengono menzionati nel libro né a un itinerario ideato secondo un criterio di vicinanza. In pratica, siete voi a scegliere dove andare e in che ordine. L’importante è non avere aspettative, aprirsi alla curiosità e alla sorpresa.
Potete utilizzarli tutti, uno o qualcuno.
Bando alle ciance, è arrivato il momento di conoscere gli otto indizi che vi guideranno alla scoperta di un’insolita Venezia.
Gli otto indizi per scoprire un’insolita Venezia
Pronti? Via!
Molino Stucky
Il primo indizio che vi propongo è il Molino Stucky, un hotel di lusso alla Giudecca, l’isola a forma di spina di pesce che si affaccia sul canale omonimo. Non è collegata da ponti alle isole che compongono il nucleo storico di Venezia (quello a forma di pesce, attraversato dal Canal Grande) ed è quindi raggiungibile solo in vaporetto. Non ha attrazioni così famose da entrare nelle liste delle cose da vedere assolutamente a Venezia che spopolano online e quindi viene snobbata dalla maggior parte dei turisti.
Il Molino Stucky è un ex mulino che si affaccia sul canale della Giudecca all’estremità occidentale dell’isola. Impossibile non notarlo perché è alto circa il doppio degli altri edifici dell’isola. La facciata esterna è un meraviglioso esempio di architettura industriale in laterizi rossi, già di per sé qualcosa di insolito da vedere a Venezia; l’interno è il trionfo del lusso.
Uno dei vanti di questo favoloso hotel 5 stelle è la piscina panoramica e lo Skyline Rooftop Bar, il bar sul tetto più alto di Venezia.
La vista panoramica sul Canale della Giudecca e le isole del centro dev’essere spettacolare… quasi quasi la prossima volta che vado a Venezia mi spendo i 12-20 euro di un cocktail al Molino Stucky. Sarà quello che hanno fatto Giulia e Diego? Scopritelo nel libro!
Se siete appassionati di architettura potete leggere la storia dell’hotel qui.
Suggerimento: se l’idea di dormire alla Giudecca vi stuzzica ma il Molino Stucky è lontano anni luce da quel che potete permettervi di spendere per un alloggio ripiegate sul Generator, un moderno ostello che fa parte di una catena internazionale dal buon rapporto qualità/prezzo.
Casa delle Girandole
La Casa delle Girandole è oggi solo un monumento ai ricordi dei veneziani. Per anni invece è stata una vista colorata che ha rallegrato le giornate di residenti e turisti di passaggio.
Si tratta di una casa privata in cui ha vissuto Donato Zangrossi, un operaio con la passione per l’astronomia. Mastro Geppetto, così si firmava questo singolare artista, aveva adornato la facciata esterna della casa con creazioni in legno di recupero di diversa forma, grandezza e colori. Queste girandole fissate al muro incantavano i passanti e aggiungevano poesia a una città già di per sé meravigliosa.
Purtroppo alla morte di Mastro Geppetto le girandole sono state rimosse e perdute. Se però volete rendere omaggio alla fantasia e alla sensibilità di Donato Zangrossi chiedete in giro come trovare la Casa delle Girandole a Castelforte San Rocco, dietro la Scuola Grande.
Isola di Burano
Burano non è sconosciuta al turismo di massa: merito dei suoi merletti-capolavori, viene inserita nel classico tris di isole veneziane Murano-Burano-Torcello. Le escursioni di un giorno a tre isole non lasciano però tempo per visitarle a ritmo lento, come invece meriterebbero.
Un modo per scoprire una Venezia poco nota ai turisti è fermarsi a Burano più a lungo, passeggiando senza fretta e assaporando l’atmosfera unica di quest’isola tanto colorata (sarà per questo che piace a Giulia? O magari c’è un altro motivo? Scopritelo nel libro!).
Non accontentatevi della foto della vecchina seduta a cucire fuori dalla porta di casa (ammesso che ne troviate ancora una). Andate a cercare il Campanile Storto, i Tre Ponti che è in realtà uno solo, la Casa di Bepi Suà o Bepi delle Caramelle, dopodiché attraversate il Ponte Longo e passate sull‘isola di Mazzorbo.
Qui troverete qualcosa che certamente non vi aspettereste di trovare a Venezia.
Libreria Acqua Alta
La Libreria Acqua Alta di Venezia era un segreto noto solo ai veneziani… poi quest’insolita e affascinante libreria è diventata così famosa da attirare non più solo clienti affezionati ma anche curiosi e turisti di passaggio.
Considerata una delle più belle librerie al mondo, oggi è una vera e propria attrazione turistica e online potrete trovare numerosissime foto della scala fatta con vecchie enciclopedie, dei libri in vendita protetti dall’acqua alta all’interno di barche e vasche da bagno del divanetto con vista sul canale e naturalmente dei gatti, che secondo me sono i veri padroni della libreria.
Sarà Diego l’editor a comprare un libro alla Libreria Acqua Alta? O Giulia la pittrice? E se nessuno dei due trovasse il libro che stava cercando? La risposta, come sempre, è tra le pagine di Da qualche parte starò fermo ad aspettare te.
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Punta della Dogana
Punta della Dogana è l’estremità del sestiere di Dorsoduro che segna il punto esatto in cui il Canal Grande incontra il Canale della Giudecca.
Su questo lembo di terra di forma triangolare sorge un edificio storico che fa parte delle sedi museali di Palazzo Grassi. Nel 2009, dopo un lungo restauro che porta la firma dell’architetto Tadao Ando, l’edificio è stato riaperto al pubblico come sede museale. Ospita prevalentemente mostre di arte contemporanea.
È certamente un posto dove ci aspetteremmo di trovare una pittrice! Ma cosa ci andrà a fare chi ai colori preferisce le parole? Sapete già dove cercare la risposta…
Ca’ Corner
Dove saranno andati Giulia e Diego, a Ca’ Corner sede di uffici amministrativi della Città Metropolitana di Venezia, o Ca’ Corner della Regina sede della Fondazione Prada?
La seconda sembra più probabile trattandosi di una sede espositiva che ospita una collezione permanente con opere del XX e XXI secolo ed organizza esposizioni temporanee che coinvolgono l’arte in tutti i suoi molteplici aspetti, includendo discipline come la musica, la scienza, la filosofia, la letteratura, il cinema.
Sarà la risposta Giulia… volevo dire, giusta?
Fontego dei Tedeschi
Altro segreto ormai stranoto è la terrazza di Fontego dei Tedeschi (o Fondaco dei Tedeschi), un punto panoramico da cui si può ammirare una splendida vista sul Canal Grande. La terrazza si trova sul tetto di un centro commerciale di lusso a ridosso del Ponte di Rialto; l’ingresso è gratuito ma è richiesta la prenotazione.
Perché Giulia e Diego si sono mescolati alla folla dei turisti smaniosi di farsi un selfie da uno dei tetti più famosi di Venezia? Erano insieme oppure c’è andato solo uno dei due? Tra le righe (del romanzo) si nasconde la soluzione al mistero.
Fondazione Cini
Un’altra isola solitamente snobbata dai turisti è quella di San Giorgio, affacciata sul bacino di San Marco e la Giudecca. In quest’oasi di quiete l’affollata Piazza San Marco, che pure è lì di fronte, sembra appartenere ad un altro mondo.
Sull’isola sorge un ex convento che è oggi sede della Fondazione Cini, altra prestigiosa istituzione culturale di Venezia in cui convivono passato, presente e futuro dell’arte.
Il tour guidato del convento permette di visitare i chiostri, il refettorio, uno scalone monumentale e la sala delle fotografie; si può inoltre godere di una vista dall’alto sul labirinto Borges, dove forse i personaggi del romanzo hanno avuto il privilegio di entrare. O forse no.
Se volete fermarvi sull’isola più a lungo potete fare come hanno fatto i personaggi del romanzo (o forse no) e comprare il biglietto combinato del tour 1 (quello del convento) e 2.
In questo modo potrete visitare il Bosco della Fondazione, uno dei tanti e poco noti angoli verdi di Venezia, e le Vatican Chapels, un’installazione artistica presentata alla Biennale Architettura e ora qui in mostra permanente. Si tratta di dieci cappelle progettate da dieci architetti di fama internazionale immerse nel verde del parco; tramite un’audioguida potrete ascoltare la colonna sonora originale realizzata per il percorso espositivo della Biennale.
E se volete fermarvi ancora di più (perché no?) concedetevi una pausa caffè o uno snack all’elegante San Giorgio Café.
L’idea di questo articolo è mia. Non ho ricevuto compensi o copie omaggio dall’autrice del romanzo o dalla casa editrice. L’articolo contiene conteneva link affiliati (rimossi in data 15/12/2023), se non sai cosa sono leggi qui.