Come arrivai in Vietnam dall’Australia passando per le Galapagos

Le mie idee erano chiare: il viaggio intercontinentale del 2013 doveva essere l’Australia. La meta era stata decisa nel 2012, quando la mia amica spicco’ il volo e promisi di andarla a trovare. C’era un unico impedimento tecnico, ovvero la necessita’, per un viaggio cosi’ lungo, di tre settimane di ferie attaccate. Ma non avendo mai fatto richieste particolari ai miei datori di lavoro ero certa di poterle ottenere. Invece me le negarono.

A quel punto dovevo optare per una meta raggiungibile e godibile in due settimane. Non che mancassero le idee, ma avevo la necessita’ fisica di una vacanza di mare, visto che e’ da quasi dodici mesi che non tolgo il cappotto e quasi tre anni che, con pochissime eccezioni, nuoto solo in piscina.
Piu’ leggevo i racconti della mia travel guru #2 e guardavo le sue foto online, piu’ mi cresceva l’interesse per le Galapagos. In un post Giulia suggeriva un itinerario di tre settimane in Ecuador che ne comprendeva una alle Galapagos. Se eliminavo totalmente la terraferma (all’Ecuador avrei potuto riservare un secondo viaggio), avrei avuto abbastanza tempo per godermi le isole. Questa meta non era mai stata presa in considerazione prima di iniziare a leggere il blog di Giulia, ma a questo punto della mia vita sembrava esattamente quello di cui avevo bisogno perche’ sarebbe stata una vacanza a contatto con la natura che mi avrebbe permesso di combinare il mio desiderio di un paesaggio diverso da quanto visto finora, la necessita’ fisica di mare e temperature calde. Cosi’ un giorno mi decisi: Galapagos sarebbe stato! Senonche’ per arrivare a Quito da Dublino erano necessari due scali, piu’ l’aereo che avrei dovuto prendere da Quito per le Galapagos. Il mio entusiasmo iniziò a vacillare.

Non avevo ancora del tutto cambiato idea quando mi capito’ di andare al cinema e vedere Spring Breakers. E da li’ con un contorto percorso mentale che ora vi spiego finii per prenotare un volo per Ho Chi Minh.

Cosa c’entra un film americano ambientato in America con l’Asia e’ presto detto. Durante i titoli di testa, con tutti questi baldi giovani e sfacciate donzelle che si dimenano al ritmo di dance music, la mia mente torno’ con nostalgia ai gloriosi giorni (e soprattutto notti) del mio soggiorno in Thailandia. A quel tempo il mio corpo aveva raggiunto l’apice del suo splendore. Dopo que viaggio iniziò un lento ma inesorabile declino: chili in aumento, sfumature di bianco che fanno la loro comparsa tra i capelli, tette che iniziano a litigare con la forza di gravita’… insomma le solite seccature della vecchiaia che incombe, per chi sa di cosa sto parlando. Ah, la giovinezza! Gettarsi in piscina vestiti, rotolarsi nella schiuma, saltare il fuoco, avere l’energia per ballare tutta la notte, essere cosi’ felici da radiare… e si sa, quando si diventa piu’ belle, e si attirano molti piu’ sguardi. Che bei tempi, pensai con un sospiro.

Da li’ fu un attimo. Mi prese una fitta allo stomaco, un desiderio cosi’ forte da farsi dolore fisico. Lo riconobbi immediatamente, perchè l’avevo avuto più volte: era mal d’Asia. Dai party sfrenati a Koh Phan Nag la mia mente volo’ ai campi di riso, ai templi, al cibo, ai rumori, a tutti quei piccoli dettagli noti e cari che mi fanno amare questo continente piu’ di ogni altro. Da quanti anni non torno? L’ultima volta ero stata a Hong Kong, nel dicembre 2011.

Il giorno dopo mi ritrovai a controllare i prezzi dei voli per il Vietnam e il martedi mandai alla manager la richiesta per le ferie. Furono approvate mercoledi alle 8.30. Alle 13 avevo prenotato il volo.

Vietnam, 4 – 20 ottobre 2013.

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