Un caffè contro Amazon

C’è una novità importante su questo blog. In data 11/12/2023 ho chiuso il mio account affiliato Amazon e nella stessa data ho rimosso i link affiliati presenti negli articoli.

È un gesto simbolico che non avrà per il mondo alcuna utilità pratica. L’unica conseguenza reale è che perdo quei pochi spicci che mi facevo con questo blog, e che mi servivano perlopiù a pagarne le spese. Quindi ora non solo non ci guadagno ma ci rimetto pure.

Ci rimetto a livello economico: ci guadagno in soddisfazione personale perché con questo gesto simbolico faccio un passettino in più verso lo stile di vita sostenibile che sento mio. Dunque questo piccolo gesto inutile a livello pratico ha per me un’importanza simbolica ENORME.

conferma email chiusura account affiliato amazon

Cosa sono i link affiliati Amazon

Faccio un passo indietro per chi non sa cosa sono i link affiliati. Sono link che rimandano a siti dove è possibile acquistare beni o servizi e che consentono di guadagnare una commissione sulla vendita.

Un esempio concreto per chiarire. Fino a prima dell’11 dicembre sul blog che state leggendo c’erano link che rimandavano ad Amazon: se un lettore del mio blog cliccava su uno di questi link e acquistava qualcosa, a me Amazon pagava una percentuale dei soldi spesi dal mio lettore. Ecco, quelli sono link affiliati Amazon.

Per inserire link affiliati nel proprio blog o sito è necessario iscriversi ad un programma di affiliazione: un vero e proprio contratto, che si stipula con l’apertura di un account. Su questo argomento avevo scritto un articolo tempo fa, Link affiliati: fidarsi o no? La mia opinione è un po’ cambiata, ma le informazioni contenute in quell’articolo sono ancora corrette.

Con la chiusura dell’account io non ho più diritto a commissioni da Amazon: se mi è sfuggito qualche link e qualcuno ci clicca e compra, io non guadagno niente.schermata chiusura account affiliato amazon

Amazon non è l’unico programma di affiliazione a cui ci si può iscrivere: è semplicemente il più famoso. Moltissime aziende di prodotti o servizi hanno un loro programma di affiliazione.

Guadagnare con Amazon non aveva senso

Perché rinunciare ai soldi che mi facevo grazie ad Amazon? Erano pochi, ma arrivavano senza nessuno sforzo da parte mia: gli articoli che mi hanno procurato più commissioni sono stati scritti anni fa e ancora mi fruttavano qualche soldino.

Il motivo per cui ho detto no a questi soldi facili è perché guadagnare con Amazon era del tutto incoerente con i miei ideali e il mio stile di via.

Da anni ho drasticamente ridotto – fino a eliminare – gli acquisti fatti su Amazon. Gli ultimi soldi che ho tirato fuori di tasca mia per comprare su Amazon risalgono a due anni fa: nel 2021 ho effettuato quattro ordini per un totale di 117€.

Nel 2020 ho fatto un solo ordine, valore 8€.

Nel 2019 due ordini, 111€.

Nel 2018 zero ordini.

Se si esclude il pc, mio unico acquisto Amazon nel 2017, non ho mai speso cifre considerevoli su questo sito.

Per onestà devo farvi sapere che ci sono stati ulteriori ordini, ma non pagati da me: mi arrivano regali aziendali in forma di buono Amazon e ahimè non c’è verso di fare cambiare idea all’azienda. L’alternativa che mi propongono è il voucher RyanAir, che rifiuto per motivi diversi.

Ora, secondo voi ha senso non comprare su Amazon per scelta ideologica ma guadagnare grazie ad Amazon? Ovviamente no, non ce l’ha, le due cose cozzano tra di loro in maniera fin troppo ovvia. Ma tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, e mi ci è voluto circa un anno (sì, UN ANNO) per passare dalla teoria all’azione.

Perché dire no ad Amazon

Veniamo ora al perché non acquisto più su Amazon. Sono quattro ragioni distinte che si sommano e fanno di Amazon una realtà che non ho desiderio di sostenere con i miei acquisti.

Diritti dei lavoratori calpestati

Questa è la ragione più evidente. I lavoratori Amazon europei e americani hanno protestato in più occasioni per denunciare condizioni lavorative non adeguate. Tra i motivi delle lamentele più frequentemente compaiono carichi di lavoro esagerati, elevati livelli di stress e ricorso frequente a procedure disciplinari per motivi non sempre trasparenti.

In occasione del Black Friday 2023 si è tenuto uno sciopero dei lavoratori Amazon in Italia, Germania, UK, solo un esempio delle tante proteste che hanno coinvolto il gigante del commercio elettronico.

Distruzione di piccole realtà commerciali e del tessuto di microrelazioni locali

Sono contraria a tutta la grande distribuzione, in cui Amazon è uno degli attori principali pur agendo online anziché in meganegozi fisici. La grande distribuzione ha un impatto devastante sulle dinamiche sociali, un argomentone che a me sta molto a cuore.

La chiusura di tanti piccoli negozi, schiacciati dalla concorrenza dei giganti, ha portato ad un impoverimento della vita sociale e a un sempre maggiore senso di alienazione delle persone. Le microrelazioni che vengono attivate dal commercio locale sembrano roba di poca importanza, invece sono fondamentali per il tessuto sociale delle comunità.

Me ne rendo conto in questi giorni a Tirana, la città da cui sto scrivendo questo articolo. In una città dove non mi conosce nessuno ogni giorno riesco ad avere un’interazione sociale grazie ai negozietti della via e alla mensa dove vado a mangiare. Interazioni che si riducono a sorrisi e saluti, causa un problema linguistico, ma sufficienti a non farmi sentire totalmente sola.

Di questo aspetto si parla molto a proposito delle librerie, fortemente penalizzate dalla concorrenza schiacciante di Amazon. C’è molta differenza però nel comprare un libro online senza parlare con nessuno ed entrare in una libreria, dare un’occhiata in giro, farsi consigliare dal libraio prima di scegliere cosa comprare oppure comprare un libro dopo aver partecipato alla presentazione con l’autore. Sono negozi, vero, ma hanno un’importanza culturale e sociale.

Alla distruzione delle piccole realtà commerciali è legato un altro aspetto che mi rende antipatico Amazon. Un negozio spesso non è solo un lavoro: è una passione. A volte è una tradizione di famiglia che viene tramandata dai genitori ai figli, a volte è il sogno di un visionario, per tanti è qualcosa di più appagante che lavorare per qualcun altro. Ma la concorrenza del gigante, così come degli ipermercati nel settore alimentare, ha reso più difficile una professione per sua natura legata al rischio.

C’è chi non ce l’ha fatta, e per sopravvivere magari è dovuto andare a lavorare proprio per una di quelle grandi realtà che hanno portato alla chiusura (e che, detto sopra, non rispettano i diritti dei lavoratori).

Acquisti compulsivi

Innegabile: comprare da Amazon è molto più rapido e più facile che comprare in negozio o su siti indipendenti. Si trova di tutto, solitamente costa meno, i dati della carta sono già salvati… un click e via, fatto tutto. Il che facilita gli acquisti compulsivi, cioè gli acquisti fatti di getto, senza pensarci, che praticamente sempre sono anche inutili.

Sono fortemente contrario al consumismo, per una lunga serie di ragioni, pertanto l’incentivare acquisti compulsivi è un altro dei motivi per cui non amo Amazon.

Maggiore inquinamento

Ultimo ma non meno importante, quest’aumento spropositato degli acquisti online ha portato ad un aumento diretto del numero di corrieri che circolano per le strade: altri mezzi in giro per città dove i livello di traffico e inquinamento sono già insopportabili.

Vivere senza Amazon: si può?

I più penseranno che il mio rifiuto di Amazon sia una scelta anacronistica e del tutto utopica. O detto più semplicemente e più efficamente un’inutile cazzata. Ormai il mondo gira così e acquistare su Amazon è tanto comodo – e tanto economico! – , fai come tutti gli altri che è meglio.

Pensatelo, non mi offendo in alcun modo. Siete liberi di avere la vostra opinione. Così come io sono libera di avere la mia, e di sognare un mondo più umano dove i lavoratori non sono costretti a fare turni massacranti, i piccoli negozi non devono chiudere e le strade non sono ingombrate da corrieri indaffarati.

Non posso cambiare il mondo, ma posso cambiare le mie abitudini quotidiane. Sì, probabilmente spenderei meno se acquistassi su Amazon ma quegli acquisti mi lascerebbero insoddisfatta perché danno il via a tutta una serie di cose che a me fanno soffrire.

A chi invece un pensierino sul non acquistare più su Amazon lo sta facendo posso dire che smettere è facile, è solo questione di abitudine. Sì, acquistare nei negozi fisici o in siti indipendenti probabilmente vi costerà di più, in termini di soldi ma magari anche di tempo perché anziché trovare tutto con pochi click su un unico sito dovrete comprare i libri qui,  il cellulare lì, i pantaloni là… Ma, ripeto, è solo questione di abitudine. Vivere senza Amazon si può eccome, e non è difficile. Basta voler cambiare le proprie abitudini.

Dopo Amazon: cosa ci sarà in questo blog?

Come prima, senza nessun strategia editoriale o marketing continuerò a consigliarvi libri e prodotti ogni volta che secondo me c’è un libro o un prodotto che merita promozione. La differenza è che non vi rimanderò su Amazon ad acquistarlo.

Laddove possibile, fornirò il link al sito ufficiale: l’editore o un blog dell’autore nel caso del libro, il produttore/venditore diretto nel caso di un oggetto/servizio.

Il gesto simbolico argomento di questo articolo comporta uno sforzo per niente da poco, anche se poco visibile a chi legge. Non è sempre facile trovare link adeguati, soprattutto nel caso di libri ormai fuori catalogo (se avete idee/suggerimenti al riguardo sono ben accetti). Questo porta via una quantità di tempo decisamente maggiore che trovare il relativo link Amazon, a dimostrazione di quanto sia più semplice acquistare dal gigante anziché dalle piccole realtà.

Lo sforzo per me è anche economico, perché perdo gli unici soldi che mi facevo con questo blog. Si tratta di una cifra modesta quindi non mi cambia la vita doverla tirare fuori, ma a volte la mente umana ha bisogno di un piccolo contentino per nutrire la propria motivazione, e i soldini Amazon servivano bene allo scopo.

Se vi va di supportare questo blog potete fare come già hanno fatto un paio di anonimi sostenitori e offrirmi un caffè su Kofi.

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